È la grande questione che si trova ad affrontare il settore turistico, per permetterci di continuare a viaggiare preservando il pianeta e il patrimonio culturale e sociale delle terre ospitanti.
Che cosa significa turismo sostenibile e quali sono le buone pratiche e i comportamenti virtuosi da seguire per ridurre al minimo l’impatto ambientale godendosi al meglio il viaggio?
Nato in contrapposizione al turismo di massa, il turismo sostenibile si pone come obiettivo quello di preservare le condizioni ambientali, culturali e sociali della terra ospitante. L’ambiente, il territorio e la sua comunità non vengono intaccati dall’offerta turistica ma al contrario possono vicendevolmente trarre beneficio gli uni dagli altri.
Il turismo sostenibile si basa su tre principi fondamentali, le cosiddette 3 E (in inglese: Environment, Economy, Ethics):
Il turismo sostenibile è quindi una forma di turismo che ha come fine quello di preservare totalmente il paese ospitante, proteggendone l’ambiente, tutelandone la storia, la cultura e l’arte e contribuendo in maniera etica e responsabile allo sviluppo della sua comunità.
Turismo sostenibile e turismo responsabile oggi sono di fatto sinonimi. In passato, però, differivano per una sfumatura di significato.
Il turismo sostenibile era più legato al rispetto del territorio, agli aspetti dell’inquinamento e alla tutela degli ecosistemi ambientali. Il concetto di turismo responsabile, invece, era legato maggiormente alla valutazione dell’impatto sulla popolazione locale e sullo sviluppo economico e sociale.
Oggi, i principi della sostenibilità inglobano quelli della responsabilità e i due concetti si sovrappongono. Il 2 giugno di ogni anno viene celebrata la Giornata Mondiale del Turismo Responsabile, con l’obiettivo di informare, educare e sensibilizzare turisti e operatori del settore al turismo sostenibile.
Sostenibilità e turismo sono due concetti che cominciano a intrecciarsi nel 1980, anno in cui la Conferenza Mondiale del Turismo adotta la Dichiarazione di Manila che sottolinea, “Le comunità nazionali e l’intera comunità internazionale devono prendere i necessari provvedimenti per assicurarne la tutela. La conservazione dei siti di interesse storico, culturale e religioso rappresentano sempre, e specialmente durante i conflitti, una delle responsabilità fondamentali di ciascuno Stato”.
Per la prima volta nella storia viene messa in luce la responsabilità degli Stati nella tutela del territorio e la necessità di promuovere il turismo, considerandolo molto più che un semplice fatto economico.
Nel 1982 troviamo la Dichiarazione di Acapulco che auspica che il turismo sia parte integrante dei programmi di sviluppo nazionali e fornisce delle linee guida generali da adottare.
Nel 1987 nella sezione “Our Common Future” del Rapporto Brundtland viene definito per la prima volta un concetto più generale di sviluppo sostenibile: “Lo sviluppo sostenibile è un processo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.
In seguito, la prima vera e propria definizione di turismo sostenibile viene data all’OMT – Organizzazione Mondiale del Turismo nel 1988: “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”.
Un altro passaggio fondamentale è il Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992, che ha portato all’Agenda 21, un elenco di 27 principi per il nuovo secolo che vengono estesi e resi applicabili anche al turismo.
Nel 1995 viene elaborata la prima Carta del Turismo Sostenibile durante la Conferenza Mondiale di Lanzarote, che fornisce indicazioni a livello internazionale su come il turismo può essere pianificato e svolto in modo sostenibile, ovvero tutelando risorse naturali, patrimonio e comunità locali.
Nel 2002 a Johannesburg c’è stato il secondo Summit Mondiale per lo sviluppo sostenibile, a seguito di quello di Rio de Janeiro, che ha sottolineato il contributo che il turismo può dare alla riduzione della povertà.
Gli anni 2000 hanno visto un’esplosione di questo tipo di turismo, con l’estensione dei primi marchi di sostenibilità anche al settore turistico come l’Ecolabel UE. Sono anni in cui il turismo sostenibile si è andato strutturando sempre di più e durante i quali ha subito una forte promozione e diffusione.
A livello istituzionale, tra gli incontri più recenti c’è stato Rio+20: The Future We Want nel 2012, la terza conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile, e nel 2015 il turismo sostenibile è stato riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite come uno dei mezzi per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Al G20 di maggio 2021 gli Stati hanno confermato l’impegno a sostenere un turismo inclusivo e sostenibile sottoscrivendo le “Rome G20 Guidelines for Future of Tourism”. Infine, alla COP26, a novembre 2022, è stata promossa da UNTWO – l’Organizzazione Mondiale del Turismo – la Dichiarazione di Glasgow sulle Azioni Climatiche sul Turismo, contemporaneamente al programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, con l’obiettivo di coinvolgere gli operatori del settore turistico nella riduzione delle emissioni entro il 2030.
Il settore turistico ha un notevole impatto sulla società e l’economia dei paesi e affinché questo impatto risulti positivo è necessario che il turismo sia sostenibile. Attraverso l’adozione di modelli sostenibili di consumo e produzione, le attività turistiche possono incentivare e accelerare la transizione energetica, dando il loro contributo al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030.
All’interno dell’Agenda 2030, il turismo sostenibile viene affrontato in tre obiettivi in particolare: l’Obiettivo 8 – Lavoro dignitoso e crescita economica, l’Obiettivo 12 – Consumo e produzione responsabili, e l’Obiettivo 14 – Vita sott’acqua. Più precisamente, questi sono i punti toccati:
Oggi esistono numerose tipologie di turismo sostenibile. Tra le principali si trovano: turismo culturale, naturalistico, enogastronomico, sportivo, partecipativo, ecoturismo, solidale e slow. Sono alla portata di tutti e soddisfano qualsiasi tipo di esigenza, dal soggiorno esclusivo in strutture di lusso al viaggio low cost.
Ci sono mete e soluzioni di viaggio più sostenibili di altre? Sicuramente ci sono dei paesi più rispettosi dell’ambiente di altri, nei quali sarebbe preferibile pianificare un viaggio. L’ultima analisi dell’Environmental Performance Index (EPI), che ha preso in esame 180 paesi nel 2024, ha incluso nei migliori 10 risultati: Estonia, Lussemburgo, Germania, Finlandia, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Austria, Svizzera e Danimarca. L’Italia si trova momentaneamente al 29esimo posto.
Per gli amanti delle destinazioni metropolitane, invece, è il Sustainable Cities Index 2024 di Arcadis a decretare le città più sostenibili del mondo. Nell’ultimo report del 2024 al primo posto si trova Amsterdam, seguita da Rotterdam, Copenhagen, Francoforte e Monaco. L’Italia compare solo al 55esimo e 57esimo posto con Milano e Roma.
Anche viaggiare negli oltre mille siti UNESCO secondo i principi del turismo sostenibile è una scelta importante, che ne promuove la conservazione, specialmente di quelli che secondo l’ente delle Nazioni Unite sono a rischio sparizione.
Oltre alla scelta della destinazione, il turismo sostenibile fa attenzione anche ad altri fattori come la sostenibilità degli alloggi, degli alimenti, dei sistemi di trasporto, ecc. Esempi di questo tipo sono ormai davvero numerosi in giro per tutto il mondo. Strutture alimentate esclusivamente a energia solare, sistemi di gestione dei rifiuti sostenibili, trasporti che non prevedono l’utilizzo di combustibili fossili, sistemi di raccolta, filtraggio e riutilizzo dell’acqua piovana e di riciclaggio dei rifiuti.
Insomma, sono davvero tante le destinazioni e le soluzioni di viaggio che ben si adattano a un modello di turismo sostenibile. E numerosi sono anche i Tour Operator che organizzano viaggi a basso impatto ambientale. Attraverso scelte accorte e consapevoli è possibile rendere sostenibile la maggior parte dei viaggi.
Rimanendo in Italia, la nazione offre moltissime destinazioni e tipologie di turismo sostenibile. Ad esempio, per gli amanti del trekking ci sono i cammini come la Via Francigena (Toscana), il Cammino di San Benedetto (Umbria e Lazio), il Cammino di Oropa (Piemonte) e il Sentiero del Viandante (Lombardia).
È possibile organizzare numerosi viaggi sulle due ruote tra panorami mozzafiato, come ad esempio il percorso che dalle Dolomiti scende verso il Veneto per gustarsi un aperitivo sul Lago di Garda o la Laguna di Venezia, oppure quello che si snoda tra il Salento e la Valle d’Itria a cui fanno da sfondo trulli, uliveti, mare cristallino e città antiche. Ancora, in Toscana un esempio di turismo sostenibile è quello del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna con meta la cascata dell’Acquacheta.
Anche la scelta dei prodotti agroalimentari può rendere più sostenibile una vacanza. In Italia sono moltissimi i luoghi di produzione biologici e biodinamici come frantoi, caseifici, mulini, vigneti ecc. che offrono assaggi e degustazioni di piatti e prodotti tipici del territorio, sull’onda talvolta di itinerari a tema (via del vino, via dell’olio, ecc.). Queste strutture offrono spesso anche un servizio di agriturismo dove mangiare con prodotti coltivati nel rispetto dell’ambiente e di affittacamere dove alloggiare.
Sempre per quanto riguarda la modalità di soggiorno, l’Italia ospita numerose strutture ecologiche, come ad esempio hotel ecologici costruiti secondo i principi della bioedilizia, alberghi diffusi, modernissimi glamping ed eco villaggi, dov’è possibile apprendere anche pratiche di agricoltura sostenibile e a consumare in maniera etica, anche attraverso il foraging, la pratica di raccolta e consumo di piante ed erbe spontanee.
Secondo il XIV Rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed Ecoturismo” realizzato da Fondazione UniVerde, l’88% degli italiani conosce e apprezza il turismo sostenibile e proprio per questo chiedono standard di sostenibilità sempre più elevati da parte delle strutture e una maggiore promozione, da parte delle istituzioni, per cibi e prodotti Made in Italy.
Oltre a tutto quello che è già stato detto, ecco un decalogo di consigli da tenere a mente nell’organizzazione di un viaggio per renderlo il più sostenibile possibile: